Arte, educazione e parkour

"Tutti i bambini sono degli artisti nati; il difficile è restarlo da grandi."  

Pablo Picasso

 

parkour palmspin padova Elia Uncensored Runners
Elia Landolfi mentre esegue un palmspin

 

La valenza educativa dell'arte è sostenuta ormai da una vasta bibliografia scientifica, che va dai classici Dewey e Montessori ai più recenti A. Testa e C. Giudici. Un breve riepilogo a cura della prof.ssa Antonella Bucchioni si trova facilmente online. Nonostante questo, gli artisti scarseggiano più che mai e, con loro, le esperienze di "laboratorio".

 

 

Cercando su Google il significato della parola "arte" troviamo da un lato le asettiche definizioni delle enciclopedie, dall'altro le intrecciate riflessioni filosofiche sul tema, che spaziano dalla sacralizzazione dell'arte al "tutto può essere arte". Questo è più o meno quel che si trova facilmente online ma, come spesso accade con le cose facili, lascia a bocca asciutta.

 

Dal punto di vista pratico, l'arte deriva dalla tecnica (téchne). La tecnica è l'esecuzione di qualcosa secondo le modalità che si sono dimostrate più 1) efficaci e 2) efficienti per l'obiettivo che ci si pone. Qualche tempo fa, come ricordava un mio importante maestro di movimento, gli apprendisti passavano anni nelle botteghe dei maestri ad imparare i fondamenti tecnici delle arti. Per la pittura ad esempio si imparava a preparare la tela e i colori e a prendersi cura dei pennelli ancor prima di dipingere un solo tratto. Nelle arti del movimento - come la danza, le arti marziali e il parkour, se fatte come si deve -  il corpo è la tela che va preparata, la mente il pennello di cui è necessario imparare a prendersi cura, le emozioni e le sensazioni i colori con cui, a poco a poco, si imparerà a dare vita al movimento.

 

Il corpo è il protagonista del movimento, siamo d'accordo. Ma quando ci ritroviamo a sollevare un peso, magari al mattino presto, difficilmente ci sentiamo paragonabili ad una ballerina. Questo non perché non si possa sollevare un peso con grazia, ma perché quella "grazia" ha bisogno di determinate condizioni per manifestarsi. Quali sono queste condizioni? Un corretto assetto biomeccanico/posturale del corpo, una profonda conoscenza e padronanza dei suoi movimenti e, infine, una sensibilità interna capace di emozionarsi e di riempire il movimento di potenza e di delicatezza.

 

Nella citazione ad inizio pagina, Picasso parla dei bambini come artisti nati (e picasso era anche un ottimo danzatore). Da un lato il modo di muoversi dei bambini, soprattutto più piccoli, è molto meno condizionato (da cattive abitudini, tensioni somatizzate, ecc.) rispetto a quello degli adulti e quindi risponde direttamente alle logiche della necessità e dell'efficienza. I bambini cadono tutti nello stesso modo (a meno che non ci siano problematiche specifiche), gattonano nello stesso modo, si accucciano e si alzano nello stesso modo (ed è un ottimo modo). Dall'altro, qualsiasi cosa facciano, i bambini cercano di farla meglio possibile (per questo quando capiscono un gioco/movimento non si stancherebbero mai di ripeterlo), ma in modo diverso dagli adulti: noi tendiamo a cercare di capire come essere più efficaci, mentre la loro attenzione è assorbita dalla sensazione del movimento, come una scoperta meravigliosa. 

 

Qual è il problema allora? Perché è difficile restare artisti da grandi?

 

Il bambino è un concentrato di potenzialità. Crescendo queste potenzialità si esprimono e la semplicità del bambino viene complicata da uno spettro più ampio di sensazioni, di emozioni e di pensieri e da tutta la loro controparte fisiologica . L'arte, essendo un'espressione integrale dell'individuo (come abbiamo visto poco fa), diventa -o dovrebbe diventare- a poco a poco più complessa e raffinata. Se però il bambino-ragazzo inizia a stare seduto 5 ore in classe, magari assumendo una postura passiva per la noia e poi si trova una montagna di compiti per casa da fare prima di dedicarsi alle attività che gli piacciono, quando arriva negli ambienti in cui potrebbe dedicarsi ad un'arte non ha più energie (fisiche, mentali o emotive non importa) e inizia a cercare la superficialità e la passività anche lì, spesso confondendole con la libertà. Inizia a cambiare disciplina spesso senza mai andare a fondo, o inizia a cercare la rivalsa nella competizione spesso a discapito del lavoro qualitativo (se per vincere devo saltare più in lungo farò più esercizi per aumentare la potenza e non avrò tempo per gli esercizi per la postura o per l'atterraggio), oppure perde l'interesse un po' per tutto.

 

Ma cosa succede quando si dà continuità ad un'arte?

 

Le nuove dimensioni che porta con sé la crescita trovano un confronto e un riflesso nelle nuove dimensioni di approfondimento dell'arte. Così l'arte può diventare un potente sostegno per una crescita individuale sana, consapevole e vitale e uno specchio di fronte al quale ridimensionare e contestualizzare le proprie esperienze. Gli unici requisiti sono la continuità, intesa non solo nel senso di evitare di saltare da una disciplina all'altra ma anche di avere la possibilità e la serenità di dedicarsi alla disciplina prediletta senza troppe pressioni, e la competenza degli insegnanti (tanto tecnica quanto educativa), che spetta a noi "grandi" riconoscere e valutare. Resta a noi "grandi" anche il grande compito di trovare un modo per conciliare questo con tutto il resto, magari anche dando un buon esempio. Difficile, senza dubbio, ma siamo "grandi" per qualcosa!

 

Come Uncensored Runners, nel nostro piccolo, facciamo del nostro meglio per rendere il parkour degno di essere annoverato tra le arti del movimento e per condividerne le potenzialità educative, ispirandoci anche alla pedagogia contemporanea. Non è una sfida facile, essendo una disciplina giovane e culturalmente ancora molto acerba. Per questo cerchiamo di cogliere ogni occasione per prendere spunto da maestri di arti più antiche, come la danza, lo yoga e le arti marziali, integrandone i principi nella nostra disciplina, senza mai smettere di metterci in discussione. 

 

Un sorriso,

Elia

 

 

Uncensored Runners